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HAPPY BIRTHDAY FREDDIE! TRE GIORNI DI FESTEGGIAMENTI A UDINE CON PETER FREESTONE

di Greta Cinalli

Dal 4 al 6 settembre più di duecento persone hanno festeggiato a Udine, insieme a Peter Freestone, quello che sarebbe stato il 74° compleanno di Freddie Mercury.

Peter Freestone, è stato l’assistente personale dell’amato leader dei Queen per ben 12 anni, ma chi di voi segue MovieTravel già da un po’ lo conosce bene. Abbiamo infatti già collaborato con Peter l’anno scorso in occasione dei nostri viaggi organizzati nei luoghi di Freddie Mercury a Londra e a Monaco di Baviera. Quest’anno purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19 abbiamo dovuto rimandare il viaggio a Barcellona e Ibiza al 2021, ma ci piaceva comunque fare qualcosa di speciale per voi insieme a Peter e da lì è nata l’idea di organizzare a Udine un grande evento per festeggiare insieme il compleanno di Freddie.

Punto di partenza dell'iniziativa è stato “Freddie Mercury’s Royal Recipes”, il libro di ricette in cui Peter Freestone ha raccolto alcuni dei piatti più amati dal leader dei Queen da lui stesso cucinati durante gli anni vissuti a Garden Lodge - la casa londinese di Freddie - e che per l'occasione è stato presentato per la prima volta in Italia.

È nata quindi l’idea di una masterclass di cucina articolata in un corso di tre giorni a cui hanno partecipato una trentina di appassionati dei Queen, che si è svolto presso l’Ambassador Palace Hotel di Udine dove Peter ha raccontato aneddoti e curiosità sulle abitudini culinarie di Freddie Mercury e che ha visto il suo apice nel pranzo di sabato 5 settembre, giorno in cui Freddie avrebbe compiuto 74 anni. Il menù del pranzo di compleanno è stato accuratamente scelto da Freestone per fare in modo che i partecipanti al corso si sentissero come degli invitati a Garden Lodge.

Peter Freestone, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

Aperte ad un pubblico più ampio sono state invece le due cene esclusive che abbiamo organizzato al Castello di Udine e a Villa Tissano, dove sono stati proposti piatti che sono stati assaggiati e gustati da Freddie a Garden Lodge e che fanno parte del libro di ricette di Peter. L'idea era quella di fare in in modo che i partecipanti si avvicinassero al lato più autentico di questo mito della musica contemporanea scoprendo quali erano i suoi piatti preferiti e i suoi gusti.

Per tre giorni abbiamo vissuto con voi e con Peter un’incredibile susseguirsi di emozioni: scoprite insieme a noi tutto quello che è successo!

Peter Freestone, Federica Dini, Milan Šatník, Stefano del Fabro, Villa Tissano, Udine. Foto di Greta Cinalli

Peter Freestone, Federica Dini e Silvio Toso, Udine. Foto di Valerio Greco


Venerdì 4 settembre

Il nostro weekend a Udine inizia con Stefano del Fabro, applaudito cosplayer di Freddie Mercury e Silvio Toso, appassionato dei Queen e collaboratore di MovieTravel, che danno il benvenuto nel capoluogo friulano a Peter Freestone e Milan Šatník , mentre un Freddie di cartone alto un metro e ottanta accoglie gli ospiti e tutti i partecipanti al corso all’ingresso dell’hotel.

Peter Freeston e Stefano del Fabro, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

Milan Šatník e Silvio Toso, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

La cucina si sa è una cosa seria, e Peter ha preso molto seriamente il suo ruolo di supervisore dei piatti che sarebbero stati cucinati nei giorni dell’evento e appena arrivato a Udine ha voluto fare un’incontro con Alessadro Saccavino, lo Chef dell’Ambassador Palace Hotel. Un confronto gioioso e amichevole che ha finito per portare Peter dietro i fornelli, nella cucina dell’albergo, a supervisionare i piatti che sarebbero stati serviti il giorno dopo per pranzo di compleanno. Vederlo lì, con indosso il grembiule bianco ci ha fatto pensare a lui nella cucina di Garden Lodge, a cucinare magari quel “qualcosa di leggero…” che, come abbiamo appreso successivamente durante gli incontri, gli chiedeva spesso Freddie.

Peter Freestone, Alessandro Saccavino e Federica Dini. Foto di Valerio Greco

Dopo alcune interviste è il momento finalmente dell’incontro con il gruppo di partecipanti alla masterclass: l’emozione è nell’aria e Peter, prima di fare il suo ingresso tra gli applausi, gioca con il pubblico venuto a sentirlo nascondendosi dietro al muro, per poi scherzare sul fatto che ora dobbiamo salutarci tutti usando il gomito e non la stretta di mano.

Peter Freestone, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

Peter Freestone e Federica Dini, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

La masterclass di cucina che abbiamo organizzato prevede una serie di incontri giornalieri e degustazioni dei piatti che Freddie Mercury amava mangiare e che Peter ha raccolto nel suo libro di ricette. Durante il pranzo di compleanno e in occasione delle due cene serali i partecipanti hanno avuto l’opportunità di assaggiare i piatti che effettivamente Freddie mangiava a Garden Lodge.

Tra i corsisti riconosciamo i volti ormai familiari delle persone che l’anno scorso aveva preso parte con noi ai viaggi a Londra e a Monaco di Baviera, ma tra loro anche tante facce nuove di persone che amano la musica dei Queen e che siamo felici che abbiano voluto trascorrere con noi questo weekend di festeggiamenti in onore di Freddie Mercury.

I partecipanti alla masterclass, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

I partecipanti alla masterclass, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

I partecipanti alla masterclass, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

Fin da subito Peter ha cercato di coinvolgere il pubblico nella conversazione, perché come ha giustamente affermato “this is your weekend” - questo è il vostro weekend - e “qui siete voi i protagonisti che dovranno fare le domande”. E dopo un’iniziale momento di timidezza, in tanti hanno chiesto curiosità ed aneddoti a Peter sulla vita di Freddie. Durante gli incontri infatti non si è parlato solo di cucina e dei gusti culinari dell’amato leader dei Queen, ma anche di altri argomenti come ad esempio dei suoi amati gatti, del rapporto con gli altri componenti della band, del primo incontro tra Freddie e Peter, dei momenti più difficili di Freddie e anche del film Bohemian Rhapsody. Peter ha risposto in modo generoso ad ogni domanda perché, come lui stesso ci ha detto, “quello che voglio veramente è far conoscere il vero Freddie”.

Scopriamo quindi che non era vero che a Garden Lodge c’era una stanza per ogni gatto e che solo Freddie poteva dare del cibo direttamente dalle mani ai suoi amati gatti. Che Freddie ama il Giappone, ma odiava il sushi perché non gli piaceva il cibo crudo. Che tra tutte le pietanze che Peter ha preparato a Garden Lodge, l’unico piatto che veramente ha odiato cucinare è stato il beef Wellington perché era troppo complicato da fare. Che quando era ora di preparate il pasto e chiedevano a Freddie cosa volesse mangiare, spesso rispondeva “I don’t know, something light” - non lo so qualcosa di leggero - “ma quello che veniva considerato leggero un giorno poteva essere considerato non così leggero il giorno dopo. Quando diceva qualcosa di leggero in verità non aveva idea di cosa voleva e dovevi suggerire tu stesso qualcosa”. Come ad esempio le uova strapazzate che a volte Freddie mangiava a colazione, ma che altre volte venivano richieste per pranzo. Peter ci ha raccontato poi che in varie occasioni hanno proposto a Freddie gli spaghetti aglio e olio, perché per Freddie se in un piatto non c’era la carne allora era leggero!

I partecipanti alla masterclass, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

I partecipanti alla masterclass, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

La masterclass è stata l’occasione per presentare per la prima volta in Italia “Freddie Mercury’s Royal Recipes”, il libro che contiene oltre 100 ricette di piatti che Peter ha cucinato per Freddie, giorno dopo giorno, per 12 anni. Durante uno degli incontri ci ha raccontato da dove nasce l’idea di questa raccolta: l’idea originale di questo libro era venuta a Joe Fanelli, lo chef di Freddie, e inizialmente avrebbe dovuto essere scritto in collaborazione con Freddie e le pietanze sarebbero state fotografate sui servizi di piatti che Freddie utilizzava durante le sue feste. Ma poi Freddie morì e Joe lo seguì poco dopo”. Anni dopo Peter scrisse un libro su Freddie che conteneva alla fine del volume le ricette di alcuni piatti e da lì è nata l’idea di creare un secondo volume dedicato solo alle ricette cucinate per Freddie.

All’interno di “Freddie Mercury’s Royal Recipes”, oltre alle schede delle pietanze con le istruzioni per cucinarle, trovate anche ricordi ed aneddoti che spiegano l’origine delle ricette, dove Freddie aveva assaggiato i piatti la prima volta e tante altre curiosità. Dentro al volume anche una serie di bellissimi scatti di Freddie Mercury e di Peter Freestone.

I libri di Peter Freestone. Foto di Valerio Greco

Peter Freestone, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco


Terminato l’incontro con Peter, verso sera ci spostiamo tutti sul colle sui cui sorge l’antico Castello di Udine, uno dei luoghi più conosciuti del capoluogo friulano e uno dei più amati dagli udinesi, che spesso vi si recano per fare passeggiate e guardare il panorama dall’alto. Dal colle si possono infatti ammirare la città e le montagne dell’arco delle Alpi orientali che al tramonto regalano uno spettacolo unico e suggestivo.

A fianco al Castello, sul campanile dell’antica chiesetta di Santa Maria in Castello, svetta l’Angelo dorato, simbolo della città, che con il suo dito indica la direzione del vento.

Castello di Udine. Foto di Greta Cinalli

Il piazzale del Castello ospita la location della nostra prima serata esclusiva, la Casa della Contadinanza, un locale storico specializzato in piatti tipici friulani, dove per l’occasione verrà servita una cena con una selezione di pietanze assaggiate e gustate da Freddie Mercury.

Casa della Contadinanza, Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Casa della Contadinanza, Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

I piatti del menù sono stati tratti direttamente dal libro di ricette di Peter Freestone, che ci ha spiegato l’origine delle ricette durante uno degli incontri con i partecipanti al corso.

Iniziamo con la fish cake, una tortina di pesce che è stata servita come antipasto, ma che in realtà veniva cucinata a Freddie molto più spessa e grande e servita come la pietanza principale di un pasto. Peter ci ha raccontato che negli anni Ottanta tutti i cibi che erano collegati al periodo dell’infanzia e delle mense scolastiche (e la fish cake era proprio uno di queste) hanno avuto un momento di gloria facendo la loro comparsa nei menù dei migliori ristoranti londinesi. Ed è proprio in un ristorante di Chelsea, il Joe’s Cafè, che Freddie ordina la fish cake e, dopo qualche giorno, chiede a Peter di rifargliela. Capitava spesso che il leader dei Queen andasse al ristorante e poi chiedesse che gli venissero cucinati i piatti che aveva assaggiato e che gli erano piaciuti. A tal proposito Peter ci ha detto che “se eri abbastanza fortunato da essere presente al pranzo insieme a lui sapevi come si presentavano e quali erano gli ingredienti. Altrimenti potevi solo ascoltare le descrizioni di Freddie di come appariva e di come era il sapore e immaginare cosa ci fosse dentro”.

Il gazpacho e la paella risalgono invece al periodo passato da Freddie Mercury in Spagna e alla collaborazione con la soprano spagnola Montserrat Caballe. Prima di allora non aveva mai assaggiato il gazpacho. Parlando con Peter scopriamo che Freddie aveva una predilezione per il riso e che era l’ingrediente base della sua alimentazione. Come indicato anche nel libro di ricette, spesso sceglieva di accompagnare la portata principale di un pasto proprio con questo alimento. La paella poi era perfetta perché aveva la base di riso, che lui amava tanto, a cui si potevano unire il pollo o il pesce e creare quindi un piatto unico. Peter ci ha fatto notare che la cosa importante era che fosse “un po’”, perché nonostante Freddie amasse molto il cibo, non mangiava tanto. Ed era un mago nella strategia di far sembrare che avesse mangiato di più di quello che aveva mangiato in realtà. Quando andava al ristorante infatti, quello che non finiva lo stagliuzzava e lo sparpagliava nel piatto, in modo da far sembrare che avesse consumato di più di quello che aveva fatto veramente.

Il beef Stroganoff - il manzo alla Stroganoff - è stato il primo piatto che Peter ha cucinato per i Queen e risale al periodo in cui ancora non lavorava per loro a tempo pieno. Aveva già partecipato al tour del 1979 e un giorno si è ritrovato nello studio di registrazione proprio all’ora di pranzo e visto che la band doveva mangiare ha improvvisato cucinando per loro proprio il beef Stroganoff.

Il mango Ice è una variazione dello chef del mango fool, la ricetta originale di Peter, perché per farlo serviva la mousse di mango, ma non essendo settembre la stagione adatta per questo frutto, è stata apportata una piccola modifica e la mousse di mango e diventa un gelato.

Joe Fanelli’s chocolate mousse era una ricetta originale di Joe Fanelli che era nata da una richiesta di Freddie che aveva voglia di “qualcosa di cioccolatoso”. Freddie era il re di queste richieste molto generiche, “voglio qualcosa di…”, che spesso Peter e Joe dovevano interpretare per inventarsi qualcosa da proporre. Un’altra categoria di richieste molto frequenti era che Freddie voleva qualcosa che sua madre gli faceva e chiaramente, come ci ha raccontato Peter “nessuno di noi aveva idea di cosa fosse o in cosa consistesse il piatto. Quindi dovevano forzarlo, se poteva, a descrive minuziosamente gli ingredienti e se si ricordava qualcosa di particolare in modo da replicarlo”.

Il menù della cena al Castello di Udine

Il menù della cena al Castello di Udine

Peter Freestone, Milan Šatník, Stefano del Fabro, Silvio Toso, Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Con un po’ di emozione la nostra Federica Dini, fondatrice di MovieTravel e Raimondo Pernice, direttore tecnico del nostro tour operator Mundo Escondido, hanno presentato la serata. È stato per noi motivo di orgoglio riuscire a dar vita a questo evento in questo periodo storico così difficile per tutti e speriamo di aver regalato ad ognuno di voi un momento di serenità.

Federica Dini e Raimondo Pernice. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Raimondo Pernice. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Per tutta la serata ci ha fatto compagnia Stefano del Fabro che con la sua vitalità ha portato un sorriso sul viso di tutti i partecipanti che non si sono fatti scappare l’occasione di fare una foto ricordo insieme a lui. Per l’occasione Stefano ha sfoggiato uno dei look più noti di Freddie, quello del Live Aid, con la ormai iconica canotta bianca, curando il costume nei minimi particolari. La cintura di pelle, ad esempio, è stata realizzata da un’artigiano riproducendo accuratamente tutti i dettagli di quella originale indossata dal leader dei Queen.

Stefano del Fabro, Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Stefano del Fabro, Casa della Contadinanza, Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Stefano del Fabro, Casa della Contadinanza, Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Durante la cena le potenti voci del coro Gospel The NuVocies Project, un ensemble vocale diretto da Rudy Fantin, hanno omaggiato i Queen proponendo dal vivo alcuni dei loro brani più famosi. Provate ad immaginare una formazione di 18 cantanti interpretare, con le loro incredibili voci, brani come “Bohemian Rhapsody”, “Somebody to love” o “Let me live”. Semplicemente pura emozione! Chi era presente con noi al Castello di Udine ha potuto godere di un’esibizione live da brivido che sicuramente non scorderà.

Peter Freestone, il coro Gospel The NuVoices Project e Suomi Sponton . Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Il coro Gospel The NuVoices Project. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Il coro Gospel The NuVoices Project. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Il coro Gospel The NuVoices Project. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Il coro Gospel The NuVoices Project. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Il coro Gospel The NuVoices Project. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

La serata è proseguita con la coinvolgente esibizione di Milan Šatník, cantante ceco polistrumentista, che ha recitato anche un piccolo ruolo nel pluripremiato biopic “Bohemian Rhapsody”. Accompagnato dal talentuoso tastierista Arno Barzan, Milan con la sua incredibile voce ha reinterpretato alcune delle canzone più amate dei Queen, concludendo la sua esibizione con un piccolo omaggio a David Bowie, cantando una delle canzoni più celebri dell’artista, “Heroes”.

Milan Šatník. Castello di Udine. foto di Valerio Greco

Milan Šatník. Castello di Udine. foto di Valerio Greco

Ciliegina sulla torta a conclusione di quest’ultima serata è stata l’entrata in scena di Stefano del Fabro nei panni di Freddie Mercury con un look rimasto immortale: sneakers, pantaloni aderenti e maglietta scollata biancha, giacca gialla e il famoso mantello regale con l’immancabile corona, logo della band disegnato dallo stesso Mercury.

Con il suo entusiasmo e la sua energia Stefano è riuscito a coinvolgere tutti i presenti, incoronando anche la nostra Federica Dini e ovviamente Peter Freestone re della serata!

Stefano de Fabro. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Federica Dini e Stefano del Fabro. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco

Peter Freestone e Stefano del Fabro. Castello di Udine. Foto di Valerio Greco


SABATO 5 SETTEMBRE

5 settembre 2020, è il giorno del compleanno di Freddie Mercury, oggi avrebbe compiuto 74 anni: happy birthday Freddie! Siamo tutti molto emozionati perché ci aspetta una giornata ricca di eventi.

Peter già ad inizio giornata ha una sorpresa in serbo per tutti i partecipanti al corso: dei vasetti di marmellata di fragole e arance fatta personalmente da lui prima di partire per Udine. Freddie amava mangiare la marmellata a colazione spalmata sul pane e così anche noi a metà mattinata facciamo uno spuntino con le gustose marmellate di Peter. Noi dello staff di MovieTravel abbiamo adorato quella di arance, ma erano veramente buonissime entrambe!

La marmellata di arance di Peter Freestone. Foto di Greta Cinalli

La marmellata di arance di Peter Freestone. Foto di Valerio Greco

Foto di Valerio Greco

Foto di Valerio Greco


Il pranzo di compleanno in onore di Freddie Mercury proposto da Peter è tutto in stile indiano. Freddie, il cui vero nome di nascita era Farrokh Bulsara, aveva infatti origini asiatiche: nato a Zanzibar il 5 settembre del 1946 da genitori parsi-indiani, trascorse gran parte della sua adolescenza a Mumbai prima di trasferirsi con la famiglia a Londra.

L’antipasto del pranzo, ovvero il bhajis - frittelle di cipolla tipicamente indiane a base di farina di ceci - è stato cucinato dallo chef Marco Russian con la supervisione di Peter direttamente davanti ai presenti, che hanno potuto constatare la velocità e la facilità di esecuzione della ricetta. Nei ristoranti indiani solitamente questo piatto viene servito a forma di pallina, ma la variante di Peter aveva la forma di una piccola frittella.

Peter Freestone, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

Il bhajis. Peter Freestone, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

Come portata principale abbiamo avuto l’opportunità di gustare il chicken dhansak, un delizioso piatto tradizionale servito con il riso bollito che, come abbiamo ormai imparato, era l’ingrediente preferito da Freddie e veniva usato come accompagnamento per la maggior parte delle pietanze che mangiava. Infine come dessert il kulfi, un tipico dolce della cucina indiana con dentro pistacchi e mandorle dal sapore incredibilmente dolce!


La sera di sabato 5 settembre festeggiamo il compleanno di Freddie Mercury nella splendida cornice di Villa Tissano, una villa gentilizia del Cinquecento situata nel verde della pianura friulana, a due passi da Udine. I tavoli, con il menù a tema della serata, attendono gli ospiti nel grande parco che circonda l’antica residenza, ora trasformata in parte in un albergo.

Villa Tissano, Santa Maria La Longa - Udine. Foto di Valerio Greco

Villa Tissano, Santa Maria La Longa - Udine. Foto di Valerio Greco

Quando i numerosi partecipanti all’evento iniziano ad entrare, siamo felici di vedere che il party dress code della serata, “Be Freddie for a day”, abbia fatto scatenare la fantasia di tanti e che le persone abbiano deciso di vestire alcuni dei look più conosciuti dell’amato leader dei Queen.

Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Ad accogliere tutti all’ingresso del giardino, il nostro stand con il merchandising, dove tra poster, cartoline e borsine non potevano mancare delle copie di “Freddie Mercury's Royal Recipes”. 

Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

I piatti nel menù, come per la serata precedente, provengono dal libro di Peter Freestone e sono stati rielaborati dallo Chef Roberto Gruden, che ne ha comunque mantenuto i sapori originali.

I cheesy pastry things, serviti come antipasti all’ingresso della villa e adornati da fiori colorati sono dei bocconcini di pasta sfoglia col formaggio che, come ci ha raccontato Peter, gli preparava la madre e ogni volta che Freddie andava a trovarla tornava a Garden Lodge con una scatola piena di questi bocconcini e dopo averne dato uno a tutti i presenti, si teneva tutto il resto della scatola per se!”

I chili prawns, ovvero i gamberi al peperoncino, erano un piatto che Joe Fanelli aveva creato in occasione di una festa per l’ultimo dell’anno. A Freddie non piaceva veramente il chili, gli piaceva solo quando il piccante si sentiva appena e non quando sovrasta tutto il resto.

La pea soup with mint, servita come seconda portata principale, non andrebbe proposta in un giorno d’estate, perché la zuppa di piselli con la menta è un piatto denso e cremoso tipicamente invernale. Peter ha scelto questo piatto perché a Freddie piaceva molto e una cosa che adorava di questa ricetta era la menta, che veniva sia frullata nella zuppa che messa sopra come guarnizione”.

Il beef goulash è stato proposto a Freddie per la prima volta da Barbara Valentin, che aveva creato una sua personale ricetta fatta senza aglio e cipolla perché a lei non piacevano proprio.

La cherry and almond cake proposta come dessert, era una ricetta che Peter solitamente preparava per Freddie quando voleva qualcosa di dolce. Peter ha scoperto come fare questa torta alle mandorle e ciliegie in una di quelle raccolte di ricette di cucina dalla a alla z che sua madre aveva collezionato e che gli aveva lasciato in eredità dopo la sua scomparsa. Nella ricetta c’era scritto che si poteva tenere la torta in un contenitore sottovuoto per circa 10 giorni, ma come ci ha raccontato Peter “non abbiamo mai scoperto se effettivamente sarebbe durata 10 giorni perché, dopo che Freddie prendeva la prima fetta, venivano tutti per prenderne un po’e in mezzora la torta finiva”.

Il menù della cena a Villa Tissano.

Il menù della cena a Villa Tissano.

Lo chef Roberto Gruden. Foto di Valerio Greco

Villa Tissano. Foto di Greta Cinalli

Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Freddie Mercury ama i party e ogni scusa era buona per festeggiare, ma soprattutto voleva che i suoi amici si divertissero e fossero felici. Famose erano le sue feste di compleanno che di anno in anno diventavano sempre più sofisticate e originali. Spettacolari erano anche le sue torte di compleanno realizzate nelle forme più curiose e particolari.

Quella ideata per l’occasione da Silvio Toso aveva come soggetto le carpe koi che nuotano nel laghetto del giardino di Garden Lodge. Fonte di ispirazione per questa idea è stata una foto scatta da Irene Zenarolla - grande fan della band inglese - nel giardino della casa di Freddie Mercury nel settembre del 1992, a pochi mesi dalla sua scomparsa.

Sempre su idea di Silvio Toso, la foto di Irene è stata usata anche per realizzare il poster dell’evento, sovrapponendoci sopra un’immagine del leader dei Queen con in braccio Delilah, il suo gatto preferito. Come spiegato da Peter durante uno degli incontri, la composizione rappresenta Freddie e la sua vita. Freddie infatti quando aveva bisogno di stare da solo, di allontanarsi da tutti, si metteva con Delilah vicino al laghetto delle carpe koi e per mezz’ora o più si staccava completamente da ciò che lo circondava.

Peter Freestone, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Torta di compleanno, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Foto di Irene Zenarolla

Peter Freestone e Stefano del Fabro. Foto di Valerio Greco

La Cherry and almond cake, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Durante la serata Milan Šatník a sorpresa ha registrato una parte del suo nuovo videoclip musicale, cantando tra il pubblico seduto ai tavoli con la sua chitarra in mano.

Milan Šatník, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Anche a Villa Tissano, un Stefano del Fabro più in forma che mai, ha allietato gli ospiti con la sua verve concedendosi alle numerose richieste di selfie.

Stefano del Fabro, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Stefano del Fabro, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Stefano del Fabro, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Semplicemente travolgente è stato il concerto dei Toys, famosa tribute band dei Queen, formata da Daniele Grespan (voce), Paolo Dall'Antonia (basso), Roberto Crivaro (batteria). Ivan Pederiva (chitarra) e da Angelo Lovat (organo e violino), che ha scaldato i cuori del pubblico, che si è scatenato fino a sera inoltrata sulle note delle hit più famose della band inglese.

Toys, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Toys, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Canzoni come “Don't Stop Me Now” e “Somebody to love” hanno risuonato nel parco di Villa Tissano facendo letteralmente scatenare il pubblico. Da brividi invece l’esecuzione al violino del maestro Angelo Lovat dell’immortale “Who Wants to Live Forever”.

Toys, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Toys, Villa Tissano. Foto di Valerio Greco

Un’esibizione live che non ha coinvolto soltanto il pubblico: a fine serata i Toys hanno duettato sulle note di “I want it all” con Milan Šatník e concluso il concerto con Silvio Toso cantando “we are the champions”.

A conclusione dell’evento l’entrata in scena di Stefano del Fabro che, con il suo bellissimo mantello regale, non poteva non salire sul palco insieme ai Toys.


DOMENICA 6 SETTEMBRE

Dopo l’intensa serata di sabato arriviamo al nostro ultimo giorno di corso carichi di emozioni. Iniziamo di prima mattina e per chi lo desidera nella sala colazioni dell’albergo troverà le uova strapazzate che Freddie spesso mangiava a colazione. Peter ci racconta che dentro metteva un po’ di tutto, anche un misto di spezie. A Freddie piacevano tutte le spezie, bisognava solo essere cauti nell’uso del peperoncino che non gradiva molto perché, anche se la sua famiglia veniva dall’India ed era quindi abituato ai sapori della cucina indiana, i suoi genitori erano di origini parsi e quindi usavano le spezie in una maniera diversa, con più cautela.

Peter Freestone, Ambassador Palace Hotel, Udine. Foto di Valerio Greco

La mattinata scorre veloce e dopo le ultime chiacchiere con Peter arriva il momento dei saluti e di fare delle foto ricordo di gruppo: quest’anno le foto che scattiamo sono diverse dal solito, ognuno di noi indossa una mascherina per tutelare la salute di tutti, ma se guardate bene i nostri occhi vedrete che sotto ogni mascherina c’è un sorriso!

Sono stati tra giorni intesi, pieni di ricordi, profumi, sapori ed emozioni. Durante la masterclass abbiamo scoperto che mentre Peter adora il peperoncino, a Freddie non piaceva molto. Abbiamo capito che se dovevi cucinare per Freddie dovevi avere a che fare con frasi del tipo “vorrei qualcosa di dolce”, “vorrei quel piatto che mi cucinava mia madre..”, “vorrei quella pietanza che ho mangiato al ristorante..” o la sfida più difficile “vorrei qualcosa di leggero..” che voleva dire che nemmeno Freddie sapeva cosa voleva e ti dovevi inventare qualcosa. L’importante è che qualsiasi cosa cucinassi fosse giusto “un po’”, perché a Freddie piaceva il cibo ma non mangiava molto. Questo perché, come ci ha raccontato Peter “secondo Freddie c’erano tre grandi perdite di tempo nella vita: il mangiare, il dormire, il farsi la barba. Prima che si ammalasse pensava che la vita fosse troppo breve per fare tutto quello che uno avrebbe voluto fare. Per questo per lui il tempo era molto importante, perché c’era sempre qualcosa che avrebbe potuto fare nel mentre”.

Concludiamo ringraziando di cuore Peter Freestone, tutti i corsisti della masterclass, tutti quelli che hanno partecipato alle cene al Castello di Udine e a Villa Tissano e tutti quelli che hanno dato vita insieme a noi a questo incredibile weekend. Un grazie speciale anche a Suomi Sponton che ha tradotto in italiano gli interventi, rendendo chiare a tutti le parole di Peter. Speriamo vi siate divertiti…. noi intanto pensiamo già alla prossima avventura!

Peter Freestone, Federica Dini, Silvio Toso, Greta Cinalli e il gruppo della masterclass, Udine. Foto di Valerio Greco

Peter Freestone, Federica Dini, Valerio Greco e Greta Cinalli, Udine. Foto di Suomi Sponton


Consigli di lettura

Il libro contenente oltre 100 ricette che Peter Freestone ha cucinato per Freddie Mercury (disponibile per ora solo in inglese) lo trovate qui: Freddie Mercury’s Royal Recipes.

Se decidete di provarle a fare a casa fatecelo sapere e mandateci le vostre foto!

La versione italiana del libro scritto da Peter Freestone su Freddie Mercury dove viene raccontato l'uomo, prima che l'artista, con la voce intima di chi ha vissuto al suo fianco, giorno dopo giorno, per oltre dodici anni, lo trovate qui: Freddie Mercury. Una biografia intima


Avete partecipato al nostro evento? Qual è stato il piatto che vi è piaciuto di più? Avete provato a fare a casa una delle ricette di Peter? Lasciate un commento! :)


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