Il nono lungometraggio di Wes Anderson, che sancisce il ritorno del regista americano all'animazione in stop-motion, è ambientato in una versione distopica del Giappone, nella città immaginaria di Megasaki, dove il terribile sindaco Kobayashi ha disposto che, a seguito di un'epidemia di influenza canina, tutti i cani della città siano esiliati a Trash Island, un'enorme discarica di immondizia.
Wes Anderson combinando insieme l'idea dei cani in una discarica e l'amore per il cinema giapponese, in particolare per Kurosawa, ha creato una versione fantasy del Giappone. "L'isola dei cani" è un film pieno di allusioni a tutto ciò che è stato romanticizzato della cultura giapponese dal punto di vista di un occidentale.
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