Il 14 dicembre è stata inaugurata a Rimini, nelle sale di Castel Sismondo, "Fellini 100 Genio immortale" la mostra dedicata al grande Maestro del cinema italiano che anticipa le iniziative che quest’anno la città natale di Fellini dedicherà al centenario della sua nascita.
La mostra - a cui è stata assegnata una speciale medaglia di rappresentanza da parte della Presidenza della Repubblica, attribuita per il particolare interesse culturale dell’iniziativa - è stata ideata e progettata da Studio Azzurro, un collettivo di artisti che si occupa di immagini e nuove tecnologie di Milano e curata da Marco Bertozzi, Anna Villari e Leonardo Sangiorgi.
Le sale quattrocentesche di Castel Sismondo, antica residenza dei Malatesta, signori di Rimini, sono state trasformate per l’occasione in set dedicati all’arte e all’immaginario di Federico Fellini con una particolare caratterizzazione multimediale che avvolge e coinvolge il visitatore. Le voci e le immagini dei personaggi dei suoi film conducono alla scoperta di un percorso espositivo fatto di filmati, disegni, costumi, sceneggiature, manoscritti, materiale originale e fotografie che raccontano al visitatore l’immaginario felliniano.
La mostra ruota attorno a tre nuclei di contenuti: il primo racconta la Storia d’Italia a partire dagli anni Venti fino agli anni Ottanta attraverso l’immaginario dei film di Fellini. Il secondo delinea alcuni dei compagni di viaggio del regista, da Tonino Guerra a Nino Rota fino a Danilo Donati. Infine l’ultima parte è dedicata alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini. La mostra, come ricordato durante l’inaugurazione dallo stesso sindaco di Rimini Andrea Gnassi, è infatti solo un piccolo assaggio del museo che verrà inaugurato a Rimini a fine anno.
Uno dei membri del comitato scientifico della mostra è Francesca Fabbri Fellini, la nipote del grande regista riminese, che durante la preview stampa a cui eravamo presenti ha condiviso alcuni ricordi dell’amato Zio Chicco con al collo una bella sciarpa rossa in omaggio a quella indossata da Fellini. Uno di questi riguarda la telefonata che annunciava l’Oscar alla carriera: "l’Accademy Awards gli ha fatto arrivare l’Oscar alla carriera a mezzanotte del 20 gennaio del 1993. Questa comunicazione è arrivata a casa con una telefona in via Margutta e siccome lo zio Federico soffriva di insonnia la suoneria del telefono veniva tenuta bassissima. La telefonata la prende la zia Giulietta e si vede bene da non svegliarlo anche se la comunicazione era molto importante. Quindi al mattina a colazione Federico viene a sapere questa cosa meravigliosa dell’Oscar alla carriera è molto emozionato e quando lo chiamiamo tutti dalla famiglia per fargli gli auguri di buon compleanno mi dice "Franceschina ma lo sai che adesso vado a Los Angeles a prendere il quinto Oscar, quello alla carriera. Mi devo fare bello, mi devo preparare perché non posso non andare a prenderlo". Lui non andava a ritirare i premi, era stanco e già cominciava a non stare bene, però quell’Oscar si. All’America aveva dichiarato che doveva tanto perché i sogni americani sono arrivati con i film all’interno del cinema Fulgor, questa scatola dei sogni che condividiamo noi a Rimini con tutto il mondo".
Un’altro bellissimo e tenero ricordo è legato ad un regalo che Francesca Fabbri Fellini ha in serbo per le celebrazioni del centenario dello zio Federico: "come posso omaggiare in un modo unico il mio zio Chicco? E allora il mio regalo viene da un regalo che ha fatto lui a me quando avevo 5 anni: eravamo sulla spiaggia di Rimini, davanti al Grand Hotel e abbiamo fatto una passeggiata il giorno del suo compleanno, era il 20 gennaio del 1970, lui con la sua sciarpona rossa, io piccolina con una mantellina azzurra. Siamo tornati a casa, mia mamma ci ha fatto una cioccolata calda, lui ha preso un quadernino della scuola e ha fatto un disegnino che ha intitolato la Fellinette e questo disegnino è l’ultima cosa che vedo quando vado a letto la sera. Sarà un corto, una favola muta, tra sogno e realtà, solo musica ed emozioni. Questo sarà il mio buon compleanno Zio Chicco". E noi no vediamo l’ora di vederlo!
L’ingresso del museo è caratterizzato da una sorta di "porta di luce", una struttura ad arco composta da una caratteristica illuminazione in stile hollywoodiano che evoca la cassa del cinema Fulgor così come era stata riprodotta nel film "Roma" del 1972, ma che ricorda anche le luci del grande toboga protagonista di una famosa sequenza de "La città delle donne" (1980). Dietro, come a salutare il visitatore che sta per entrare nel percorso espositivo, una bellissima fotografia di Federico Fellini con il braccio alzato in un gesto di saluto, scattata da Elisabetta Catalano al Maestro prima che partisse per Los Angeles per ritirare l’Oscar alla carriera nel marzo del 1993.
La magia inizia fin da subito: una volta entrati dentro a castel Sismondo siamo accolti da una prorompente Anita Ekberg in scala gigante che, immersa nella fontana di Trevi, invita i visitatori ad entrare nella mostra con una delle battute più famose della storia del cinema, quel "Marcello, come here" entrato ormai nella storia. Per entrare dobbiamo fisicamente attraversare uno schermo gigante su cui viene proiettata la mitica scena de "La dolce vita" (1960), quelle immagini cult della camminata dentro la Fontana di Trevi di Marcello Mastroianni e Anita Ekberg che hanno fatto il giro del mondo e sono diventate icone internazionali del grande cinema italiano.
Il percorso espositivo inizia con trenta bellissime fotografie che ritraggono il regista riminese dalla nascita fino agli ultimi lavori. Fellini con le sue immagini ha costruito l’Italia del ‘900 e nella mostra le foto che raccontano la sua vita e la sua carriera si intersecano con i principali avvenimenti storici che hanno segnato il secolo scorso. Prendetevi quindi un po’ di tempo per leggere le numerose didascalie che circondano le immagini e per scoprire, una ad una tutte, le bellissime foto esposte, dalle meno note, come quelle degli anni giovanili di Fellini, a quelle più note, come la famosa foto con Marcello Mastroianni sul set de "La città delle donne".
Le sale medievali di Castel Sismondo sono state trasformate in suggestivi set dedicati all’immaginario di Federico Fellini, non poteva mancare quindi uno dei luoghi più cari al Maestro: il mitico cinema Fulgor. Quel cinema dove da bambino, seduto sulle ginocchia del padre, il piccolo Fellini scoprì la magia del cinema e se ne innamorò per sempre, come vi avevamo già raccontato qui in occasione del nostro viaggio nei luoghi legati a Federico Fellini a Rimini.
L’ingresso ricostruito del cinema Fulgor ci conduce dentro una sala cinematografica, una scatola dei sogni che qui diventa una sorta di macchina del tempo dove, attraverso la fusione di scene tratte da famosi film di Fellini con immagini prese dai cinegionali dell’epoca, viene racconta la storia d’Italia dagli anni ‘20 fino agli anni ‘80.
Per scoprire le sale della mostra al pian terreno del castello malatestiano dobbiamo passare attraverso schermi su cui vengono proiettati in formato gigante famosi personaggi cinematografici felliniani, come ad esempio l’indimenticabile sceicco bianco interpretato da Alberto Sordi.
Il cinema di Fellini, come sappiamo, nasce da un immaginario culturale che si forma negli anni della sua giovinezza a Roma sulle riviste satiriche, con quella pratica disegnativa che lo accompagnerà per tutta la vita. In esposizione troverete quindi disegni e vignette realizzati da un giovane Fellini che prima ancora di fare cinema sognava di diventare giornalista e illustratore.
Una sala è dedicata invece ai manifesti di quel capolavoro che è "La dolce vita" declinati in lingue ed immagini diverse realizzati per il pubblico internazionale, a dimostrazione del successo mondiale del film.
In mostra troverete anche i volti degli attori e delle attrici protagonisti dei film di Fellini proiettati su schermi verticali, in una sala dove sarete avvolti dai suoni, dalle parole e dalle musiche tratte delle pellicole più famose del regista riminese.
Il percorso espositivo continua nelle sale del secondo piano di Castel Sismondo con una sezione dedicata ai compagni di viaggio del regista riminese. Costumisti, scenografi, scrittori, poeti, attori e musicisti che hanno accompagnato Fellini nella sua opera e nella sua vita.
Protetti sotto teche di vetro troverete alcuni materiali inediti come la prima sceneggiatura di quello che poi sarebbe diventato "Amarcord", intitolato in prima stesura "Il borgo", e la sceneggiatura di "Otto e mezzo" di proprietà di Lina Wertmuller, che fu assistente alla regia di Fellini proprio in quel film.
Due lettere arrivano direttamente dall’archivio dall’Associazione Tonino Guerra: la prima è una lettera ricevuta dal grande poeta e scrittore dopo aver inviato per la prima volta il manoscritto di "Amarcord" a Fellini, dove si intuisce chiaramente l’entusiasmo del regista. La seconda invece è una richiesta d’aiuto per il finale di "Prova d’orchestra".
In mostra anche materiale proveniente dal fondo Nino Rota, il famoso compositore che ha contribuito a rendere indimenticabili pellicole come "Amarcod", "La strada", "La dolce vita" e "Otto e mezzo", con quelle sue "musichine", come le definiva Fellini, che sono rimaste nella storia del cinema e nelle nostre orecchie . Fellini non amava la musica e Rota confessava di addormentarsi durante la visione dei film per i quali doveva comporre le colonne sonore, ma il loro sodalizio artistico è durato tutta la vita. Per ricordare il loro straordinario rapporto, in mostra potrete vedere da vicino una serie di taccuini originali sui quali Rota appuntava le indicazioni che Fellini dava sulla musica che avrebbe dovuto accompagnare le sue pellicole. Non mancano poi 45 giri e spartiti musicali che raccontano la fama internazionale di cui godeva il cinema di Federico Fellini.
Fellini, da abile disegnatore, ama dare istruzioni ai suoi collaboratori realizzando schizzi dei set così come lui li immaginava. Suggestioni visive che venivano poi realizzate ed arricchite dai costumisti e dagli scenografi dei suoi film. In un’ampia sala di Castel Sismondo è possibile ammirare da vicino, anzi vicinissimo, i costumi ecclesiastici di quella memorabile sfilata di cardinali che appare nel film "Roma" insieme ai costumi settecenteschi realizzati per "Il Casanova" dal grande costumista Danilo Donati, su ispirazione dello stesso Fellini, per i quali Donati vinse il premio Oscar.
In esposizione anche riviste d’epoca e oggetti di scena provenienti dal set de "Il Casanova", come il ciak originale - uno dei prestiti della Fondazione Fellini di Sion - e l’imponente specchio utilizzato nella famosa sequenza di Madame D’Urfé.
Una sala del castello è tutta dedicata al mitico Libro dei Sogni, quel coloratissimo diario tenuto da Fellini dalla fine degli anni Sessanta fino all'agosto 1990, in cui il regista riminese ha riportato i suoi sogni e i suoi incubi notturni sotto forma di schizzi, spunti e disegni.
Un’insieme di "segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati", come li aveva definiti lo stesso Fellini, che sono stati riprodotti digitalmente su un libro aperto realizzato in scala gigante, che potrete divertirvi a sfogliare come un vero libro grazie a una superficie sensibile al tocco delle mani.
L’ultima sala della mostra è dedicata a Giulietta Masina e a Federico Fellini, al loro amore, ma anche al loro comune percorso artistico da cui sono nati personaggi indimenticabili come Gelsomina e Cabiria protagoniste di due film meravigliosi - "La strada" e "Le notti di Cabiria" - che hanno vinto il premio Oscar.
La presentazione del progetto del Museo Fellini è affidata ad un video in cui i progettisti raccontano le idee che stanno dietro alla progettazione del museo con immagini, schizzi e suggestioni.
Quest’anno si festeggerà il centenario del grande Maestro riminese - nato il 20 gennaio del 1920 nella città romagnola - con tante iniziative e con la nascita del Museo Internazionale Federico Fellini, un’esposizione permanente che aprirà a dicembre e che farà scoprire l’universo felliniano coniugando in modo innovativo la poesia del suo cinema con tecnologie e scelte urbanistiche innovative.
Non si tratterà quindi di un omaggio canonico al regista, ma nel segno di una celebre espressione di Fellini "tutto si immagina", il museo ruoterà intorno a tre poli dallo straordinario valore architettonico e simbolico che saranno collegati tra di loro: Castel Sismondo, il settecentesco Palazzo Valloni, dove al piano terra ha sede il cinema Fulgor e l’area urbana tra questi edifici che verrà trasformata in una vera e propria Piazza dei Sogni ispirata ad "Amarcord"e ad "8½". Siamo veramente impazienti quindi di vedere come Il bellissimo e secolare platano di piazza Malatesta ricorderà una delle scene più famose di Amarcord che ha come protagonista Ciccio Ingrassia o come la sequenza finale di "8½" ispirerà l’architettura urbana dello spazio a fianco al teatro Galli.
Le iniziative intorno al futuro museo non finiscono qui, il sindaco Andrea Gnassi ha annunciato infatti che il 20 gennaio di ogni anno consegneranno una chiave simbolica del nuovo museo ad un grande artista, affinché interpreti con il proprio stile il cinema e l'immaginario felliniano. È stato contattato anche Wes Anderson che sembra aver dato già la propria disponibilità e vista la nostra passione per il regista americano non possiamo che sperare che sia veramente tra i primi artisti a ricevere la chiave simbolica!
Fellini 100 Genio immortale è una mostra itinerante e dopo aver lasciato l’allestimento riminese ad aprile arriverà a Roma a Palazzo Venezia, per proseguire poi il suo viaggio oltre i confini nazionali con esposizioni a Los Angeles, Mosca e Berlino. Poi tornerà a Rimini per divenire collezione permanete nel futuro museo. Nel 2020 ha detto il sindaco di Rimini "celebreremo due centenari, quello di Federico Fellini e quello di Tonino Guerra, due sognatori, due poeti, due registi, due artisti del Novecento italiano. Incroceremo i loro sogni e le loro fantasie". Iniziative che dimostrano quanto Rimini stia cambiando lo sguardo e quanto punti d’ora in avanti su Federico Fellini per il proprio sviluppo futuro.
Il legame tra Rimini e Federico Fellini è indissolubile: è il luogo in cui il Maestro è nato e dove ha ambientato alcune delle sue pellicole più famose, come "Amarcord" che nel 1975 gli fece vincere il premio Oscar. Se dopo aver visitato la mostra avrete voglia di scoprire i luoghi di Rimini legati a Federico Fellini leggete qui il nostro articolo: attraverso un percorso che va dal mare al centro storico, siamo andati in cerca delle tracce del grande maestro, scoprendo angoli di Rimini che non conoscevamo come il bellissimo Borgo San Giuliano, uno dei luoghi più felliniani della città.
Dal 14 dicembre 2019 al 15 marzo 2020
LUOGO: Castel Sismondo, Piazza Malatesta, Rimini
ORARI: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 23. Lunedì chiuso
SITO UFFICIALE: www.mostrafellini100.it
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