Lo scorso aprile siamo stati al Far East Film Festival (FEFF) di Udine, che giunto quest’anno alla sua 20esima edizione, è la più ricca rassegna di cinema dell'Estremo Oriente in Europa. Il festival, inserito da Variety tra i 50 festival imperdibili al mondo, è un viaggio nel cuore pop del cinema asiatico.
Anche se è passato un pò di tempo volevamo condividere con voi Il nostro di viaggio ci ha portato non solo per la prima volta ad uno dei festival più importanti d’Italia, ma anche alla scoperta di luoghi unici come Udine, Cividale del Friuli e il monte Kolovrat. Scopriteli insieme a noi!
Al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, sede principale della kermesse insieme al Visionario, il primo giorno ci ha accolto, in formato gigante, la bellissima locandina di quest’ultima edizione: due gemelli, icone di somiglianza e differenza, illustrati dal grafico Roberto Rosolin, che esprimono lo spirito del festival, l’incontro di due culture, Occidente e Oriente, che si intrecciano scoprendosi diverse e uguali. Ci basta entrare nella hall del teatro per capirlo. Giornalisti e spettatori che vengono da ogni parte d’Europa e del mondo e che trovano nel festival uno spazio d’incontro dove immergersi per 9 giorni in un universo lontano fatto di autori noti, ma anche di registi nuovi o sconosciuti.
Sul palco del bellissimo Teatro Nuovo, i suoni potenti dei tamburi Taiko del gruppo italiano KyoShinDo (che c’hanno emozionato molto!) introducono Steel Rain, Il film d’apertura del festival. Una Opening Night davvero unica anche perché, per questo sorprendete action thriller coreano targato Netflix, si è trattata dell’unica proiezione sul grande schermo al di fuori dalla Corea. Un festival quindi che apre al futuro riconoscendo le nuove piattaforme cinematografiche come Netflix, appunto, in netta contrapposizione con scelte fatte da altri festival, come Il Festival di Cannes.
Presenti sul palco con Sabrina Baracetti, presidente e direttore artistico del Festival, il regista del film Yang Woo-seok e i due bravissimi attori protagonisti, Kwak Do-won e l’affascinante Jung Woo-sung che dopo il film si sono fermati per foto e autografi con il pubblico.
Alla Opening Night era presente in sala, bella, elegante e risplendente, anche una vera e propria star, Brigitte Lin Ching Hsia. Considerata la dea del cinema di Taiwan e di Hong Kong, interprete del famoso Hong Kong Express di Wong Kar-wai, durante il festival è stata premiata con il Gelso d’Oro alla Carriera e omaggiata con una retrospettiva al Visionario.
Per questo ventunesimo incontro tra Oriente e Occidente durante il festival sono stati proiettati 81 film di cui 55 in concorso, dei quali 21 erano opere prime. Pellicole provenienti da ben 11 paesi: Cina, Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Singapore, Thailandia, Taiwan e Vietnam.
Passeggiando nella hall del teatro vi potrebbe capitare di incontrare gli ospiti del festival come è successo a noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrare i simpaticissimi protagonisti di Zombie contro zombie del giapponese Ueda Shinichiro, un esilarante capolavoro del cinema indipendente, vincitore del secondo premio del pubblico.
Anche voi quando andate ai festival vi fiondate subito a spulciare il merchandising ufficiale? Noi si! Portarci a casa anche solo un piccolo gadget ormai è diventato per noi un piccolo rito irrinunciabile. Quando abbiamo visto quelli del Far East ci sono venuti subito gli occhi a cuore, proprio come quello disegnato sulle bellissime borse del festival. Tazze, magliette, calamite, agendine…ci saremmo portati a casa tutto!
Il Far East Film Festival trasforma il capoluogo friulano in un punto di riferimento per il cinema internazionale, proiettando Udine nel mondo. Nel cuore della città per nove giorni la cultura orientale viene esplorata sotto ogni profilo: laboratori, conferenze, mostre, incontri, fumetti, food, benessere, è ricchissimo il calendario degli eventi del festival, tanto da meritarsi un programma a parte.
Ci è piaciuto tantissimo il FEFF Market allestito nella centralissima via Meratovecchio, trasformata per l’occasione in una vera e propria piccola Chinatown, con tanto di casette e lanterne cinesi. Tante e tutte belle le bancarelle a tema asiatico dove abbiamo trovato di tutto, dai tipici kimono giapponesi al sake tradizionale, dagli adorabili Maneki Neko ai preziosi oggetti d’artigianato e tanto cibo orientale.
Via Mercatovecchio è stata protagonista anche della nona edizione del Far East Cosplay Contest a cui quest’anno abbiamo orgogliosamente contribuito anche noi di Movie Travel mettendo in palio per uno dei vincitori un buono per un viaggio in collaborazione con l’agenzia viaggi Mundoescondido.
La città è stata coinvolta in un centinaio di eventi, ma quello più goloso è stato sicuramente il pop-up restaurant “Casa Ramen” che il famoso chef Luca Catalfamo a portato in uno dei luoghi del FEFF, il Visionario di Udine. Il ramen non si mangia: si slurpa! Con questo fantastico slogan il festival è riuscito a sintetizzare perfettamente l’esperienza di chi assapora il ramen, questo tipico piatto giapponese che è un piacere sia per il palato e per gli occhi. Noi assaggiandolo non siamo riusciti a non pensare a quello mangiato da Ponyo e da Sōsuke in una famosa scena del bellissimo film di Hayao Miyazaki!
La Closing Night ha visto la proiezioni di due autentici capolavori, Night Bus di Emil Heradi e Throw Down di Johnnie To restaurato dal FEFF con L’Immagine ritrovata di Bologna e presentato in prima mondiale.
1987: When The Day Comes del sudcoreano Jang Joon-hwan si è aggiudicato sia il Gelso d’Oro attribuito dal pubblico che il Gelso Nero degli accreditati Black Dragon. È sudcoreano anche Last Child di Shin Dong-seok, che ha vinto il Gelso Bianco per la migliore opera prima, premio nato con questa edizione del festival e assegnato da un trio di giurati composto dal produttore di Hong Kong Albert Lee, dal produttore americano Peter Loehr e dallo sceneggiatore italiano Massimo Gaudioso.
Il Far East Film festival oltre ad essere un festival sorprendente e vitale ha il pregio di far conosce Udine non solo a tanti asiatici, ma anche a molti italiani. Collocata nel profondo Nordest, vicina all’Austria e ancor di più alla Slovenia, se non l’avete mai visitata dovete assolutamente rimediare!
Udine va visitata a piedi, perdendosi nelle strette vie del centro, passeggiando sotto i suoi portici, attraversando le sue piazze e osservando i suoi meravigliosi palazzi con il naso all’insù.
Piazza della Libertà è il simbolo di Udine, definita una delle più belle piazze in stile veneziano sulla terraferma, con la sua bellissima loggia del Lionello, che durante il FEFF si è colorata magicamente di rosso e la spettacolare torre dell’orologio di Giovanni da Udine del 1527, altro simbolo della città.
Durante il festival, complice un’intera settimana di bel tempo, siamo saliti su al Castello, situato proprio alle spalle di piazza della Libertà. Una cosa che vi raccomandiamo di fare assolutamente! Per salire sul colle dovete passare attraverso l’arco Bollani, qui vi troverete davanti delle ripide scale a sinistra e una strada selciata fiancheggiata dal porticato del Lippomano a destra. Noi abbiamo optato per la strada selciata.
Arrivati in cima sarete ripagati da un panorama stupendo sulla città e sulle montagne circostanti. Qui si erge la chiesa di Santa Maria del Castello con il suo Angelo dorato segnavento, simbolo di Udine e ovviamente il Castello, sede dei Musei Civici, con il suo enorme prato. Un luogo incantevole dove concedersi un pò di relax, magari al tramonto.
L’inizio della scalinata sulla destra del Castello, con le sue piante e i suoi fiori, sembra uscita da un libro di fiabe. Se siete saliti dalla parte del porticato del Lippomano, vi consigliamo di scendere da qui e godervi questo angolo incantato.
La scenografica piazza Matteotti (conosciuta anche come piazza San Giacomo o delle erbe), circondata da bar e luoghi di ristoro e molto frequentata dai giovani, è il posto giusto dove sedersi a bare qualcosa e ammirare il quadrilatero dei palazzi mentre i bambini giocano a rincorrersi attorno alla fontana centrale progettata da Giovanni da Udine nel 1543.
La cosa migliore per vedere la città resta quella di perdersi tra le sue stradine, ammirare i palazzi, passeggiare sotto i portici, voltare l’angolo e… scoprire all’improvviso un canale che si insinua tra gli edifici della città! È La roggia di Udine rende il paesaggio cittadino lungo il suo percorso unico e pittoresco e per noi, che non ne conoscevamo l’esistenza, inaspettato!
Se il prossimo anno avete in programma di andare al Far East Film Festival e avete tempo di fare qualche gita fuori porta, sappiate che Udine è circondata da una natura e da paesi meravigliosi.
Noi ad aprile siamo stati così fortunati da andare a Cividale del Friuli, che dista appena 18 km da Udine e ne siamo rimasti affascinati! In particolare siamo stati colpiti dal Ponte del Diavolo che offre una vista spettacolare sul fiume Natisone.
Facile intuire che dietro al nome del ponte si celi una leggenda e infatti così è: la tradizione vuole che gli abitanti di Cividale non riuscendo a realizzare il ponte chiesero aiuto al Diavolo in persona, che promise di aiutarli solo se avesse ottenuto l’anima di chi avesse attraversato il ponte per primo. Così il Diavolo si fece aiutare da sua nonna diavolessa (non fate quella faccia, dai!), che trasportò nel grembiule la grande pietra che potete vedere tuttora al centro del fiume. Gli abitanti di Cividale ingannarono però il Diavolo, facendo in modo che il primo a passare sul ponte fosse un cane, risparmiando così le anime umane! Quanto ci piacciono le leggende!
Cividale, già affascinante di per sé, diventa ancora più bella se capitate come noi nel giorno del mercatino dell’antiquariato, quando passeggiare tra le sue vie diventa una caccia al tesoro tra piccoli e grandi oggetti vintage. Così, spulciando tra le bancarelle, ci portiamo a casa anche noi il nostro piccolo tesoro: una vetrino per lanterna magica delizioso!
Se amate la natura e vi piace camminare non troppo lontano da Udine c’è un luogo veramente straordinario: il Museo all’aperto del Kolovrat “La terza linea di difesa italiana”.
Udine è così vicina alla Slovenia che in un attimo ci siamo ritrovati al confine tra Italia e Slovenia, sul monte Kolovrat. Siamo sul versante destro dell’Isonzo, tra Caporetto e Tolmino. Un territorio questo che un secolo fa fu coinvolto nella grande tragedia della Prima Guerra Mondiale ed in particolare in uno dei suoi momenti più significativi: la disfatta di Caporetto. È raggiungibile percorrendo la SP45 che parte da Ponte San Quirino, località tra Cividale e San Pietro al Natisone, ed arriva a Drenchia.
Al Passo Solarie lasciamo la macchina e proseguiamo a piedi. Circondati da boschi incontaminati, da un lato quando è limpido è possibile vedere fino al mare Adriatico, dall’altro, salendo su, si apre una veduta eccezionale sulla valle dell’Isonzo e sul Monte Nero bianco di neve.
Sulla cresta del Kolovrat scopriamo le trincee realizzate dall’esercito italiano durante la Grande Guerra, ripristinate oggi come museo all’aperto transfrontaliero. Le vicende della guerra qui si intrecciano con la bellezza della natura. Il panorama è così meraviglioso che per un attimo dimentichiamo che quelle che sembrano rughe della montagna sono in realtà linee di difesa, ma è solo un attimo che subito la mente va a quei racconti di guerra di freddo, di neve, di isolamento. Vedere le trincee dal vivo allora ci colpisce nel profondo e ci emoziona, rammentandoci la crudeltà della guerra. Un’esperienza che tutti dovrebbero fare e che noi siamo grati di aver fatto.
Il 2019 è ormai dietro l’angolo, chi a voglia di unirsi a noi per la prossima edizione del Far East Film Festival? Chissà quali sorprese cinematografiche e posti nuovi da scoprire ci porterà!
La prossima edizione del Far East Film Festival si terrà a Udine dal 26 aprile al 4 maggio 2019
Website: Far East Film Festival